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Formazione Professionale

Non appena mi sono laureato ho iniziato a lavorare nelle scuole. Insieme a una collega psicologa ho progettato un intervento di prevenzione ai disturbi alimentari (forte dell’esperienza in fase di tirocinio alla Casa di Cura Villa Garda, centro d’eccellenza a livello nazionale per il loro trattamento). Cercando di offrire qualcosa che fosse appetibile agli studenti di tutti i tipi e che non gettasse una luce invadente su quelle studentesse e quegli studenti che potevano star attraversando una problematica alimentare, ho costruito il progetto di prevenzione Ideale di bellezza e comportamenti a rischio. Il progetto viene confermato da anni al liceo scientifico Messedaglia e in periodo pre-Covid ho cominciato a portarlo anche al liceo scientifico G. Galilei. Questo ancora prima di sostenere l’esame di stato.

Dall’esame di stato in poi, ho cominciato a lavorare con gli adolescenti con vari altri progetti: legati a classi problematiche con situazioni di bullismo e cyberbullismo in essere, e soprattutto legati alla partecipazione attiva degli studenti. In particolare, da questo filone è nato Studenti Attivi, un progetto attraverso cui alcuni studenti volontari hanno prodotto dei contenuti che loro per primi sentivano utili alla vita attiva della scuola, tra cui video di interviste e confronti tra docenti e studenti e una branca del sito web scolastico per la fruizione facilitata delle circolari. Il progetto è piaciuto così tanto agli studenti che anche quando uscivano dal “target” (non era rivolto agli studenti di quinta, considerati troppo impegnati) tornavano per chiedere di entrare eccezionalmente all’edizione successiva.

Oltre al mondo degli adolescenti, ho cominciato a rifrequentare come psicologo clinico, dopo il tirocinio, in sostituzione dello psicologo strutturato, il reparto di riabilitazione cardiologica della Casa di cura Villa Garda, tenendo sia delle formazioni sullo stile di vita più adatto per i pazienti, sia delle brevi prese in carico terapeutiche.

Nel frattempo, ho cominciato a lavorare nei centri di accoglienza per richiedenti asilo della provincia di Verona come operatore sociale. Dopo circa sei mesi, da operatore sociale ho iniziato a fare anche in questo contesto lo psicologo clinico, in supporto ai migranti che soffrivano per i traumi subiti nei campi di prigionia o durante i pericolosissimi viaggi intrapresi, ma che volevano “sbloccarsi” per imbastire una nuova vita in Europa. In più, ho cominciato a fare il supervisore in altri gruppi di lavoro e a operatori ad essi appartenenti.

Intanto, il lavoro nelle scuole si evolveva e oltre ad aver tenuto un progetto di educazione all’affettività e sessualità in alcune scuole primarie del Trentino, ho cominciato a fare da psicologo clinico all’interno di alcuni istituti superiori come responsabile del centro di ascolto e consulenza (CIC). Contesto in cui oltre a dare supporto agli studenti, offrivo consulenza anche ai professori in difficoltà con alcune classi o con alcune situazioni particolarmente delicate.

A seguito del taglio a livello nazionale ai centri d’accoglienza e quindi anche alla figura dello psicologo, ho rivestito per qualche tempo la carica di coordinatore di un centro d’accoglienza particolarmente difficile a causa dalla grande distanza dai centri abitati.

Ormai in odore di Specializzazione in Psicoterapia, e valutando che come mansione quella del coordinatore non mi permetteva di entrare effettivamente in contatto con le persone e le loro difficoltà più individuali, ho deciso di lasciare il campo dell’accoglienza, iniziare la libera professione in studio e cominciare a lavorare per la Cooperativa Sociale Azalea come educatore domiciliare per i minori e gli adulti con difficoltà psico-sociali o psichiatriche. Lavoro in cui, benché non ci si rapporti spesso con il nocciolo delle questioni, il rapporto con la persona è diretto e le attività volte a un miglioramento della situazione in cui la persona soffre. In particolare, mi sono occupato di abbandono scolastico, ritiro sociale, dipendenze tecnologiche e disabilità cognitiva.

Considerato il mio curriculum, e l’interesse che ho maturato come professionista nelle problematiche legate alle nuove tecnologie, a fine 2020 sono stato selezionato dal Centro Clinico multidisciplinare la Quercia per lavorare nelle loro sedi del Veneto, tra Vicenza e Padova come Psicologo dell’adolescenza e delle nuove tecnologie. In questo nuovo contesto sono coinvolto in varie serate inerenti ai due temi e in alcuni progetti di formazione come la Patente del cellulare dedicati ai più giovani, oltre a svolgere la consueta attività di psicologo psicoterapeuta.


Dr. Marco Di Campli
Psicologo Psicoterapeuta a Verona VR


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